Da conflitto a collaborazione: come gestire i litigi con i giocatori

Nel panorama del calcio e dello sport in generale, il ruolo dell'allenatore va ben oltre la semplice preparazione tecnica e tattica della squadra, ma abbraccia compiti più ampi che riguardano anche la gestione delle dinamiche interpersonali dell'intero gruppo.

Uno degli aspetti cruciali di questa gestione riguarda le liti che possono verificarsi proprio tra l'allenatore e uno dei giocatori.

Sebbene la prevenzione del conflitto sia sempre l'obiettivo principale, è irrealistico pensare che, nell'arco di una stagione, non possano verificarsi disaccordi.

Nonostante esistano diverse strategie per evitare i conflitti, è essenziale che ogni allenatore sviluppi le competenze necessarie per risolverli efficacemente nel momento in cui questi si presentino.

In questo articolo esploreremo i comportamenti e le strategie che un allenatore dovrebbe adottare per affrontare e risolvere una lite con un giocatore.

Perché un conflitto è così pericoloso?

L'insorgere di un conflitto è una di quelle situazioni che necessitano un intervento immediato da parte dell'allenatore, ed eventualmente anche della società. Mentre quest'ultima può intervenire a livello disciplinare, è sicuramente quello dell'allenatore il compito più gravoso tra tutti.

Se pensi che un conflitto con un tuo giocatore rimanga circoscritto a voi due senza intaccare le altre componenti del gruppo ti sbagli di grosso.

Ecco di seguito quali possono essere le conseguenze di un conflitto non risolto in maniera tempestiva e adeguata:

1. Il conflitto compromette la coesione della squadra

I membri della squadra e dello staff potrebbero prendere una posizione, creando fazioni divise e tensioni all'interno del gruppo.

2. Il conflitto danneggia la reputazione dell'allenatore

Un Mister che non riesce a risolvere un conflitto, o che evita di affrontarlo, potrebbe perdere autorevolezza agli occhi dei giocatori e della società, che non vedranno in lui le qualità necessarie per essere un leader in grado di guidare la squadra verso i suoi obiettivi.

3. Il conflitto influisce sulle prestazioni generali

Il giocatore coinvolto nella discussione potrebbe perdere la serenità necessaria per garantire prestazioni all'altezza delle sue qualità. Allo stesso modo, anche l'allenatore potrebbe non avere la necessaria lucidità per prendere le giuste decisioni per il bene della squadra.

Sei ancora convinto che un semplice litigio con un tuo giocatore possa essere accantonato nella speranza che prima o poi si risolva da solo?

Quali sono le possibili cause di un litigio?

  • Disaccordi su aspetti tecnico-tattici

  • Malcontento sul minutaggio di gioco

  • Caratteri forti e differenze di personalità

  • Critiche e aspettative eccessive da parte dell'allenatore

Queste sono solo alcune delle motivazioni più comuni che potrebbero scatenare un diverbio tra te e un giocatore.

Esempio pratico: durante l'allenamento del martedì, alla prima sessione settimanale, noti un giocatore svogliato e privo di mordente. Il suo linguaggio del corpo è negativo e il suo ritmo di gioco è assolutamente insufficiente. Da persona intelligente, sei consapevole che il malcontento di quel giocatore è dovuto allo scarso minutaggio che ha avuto nelle ultime settimane, tuttavia non riesci a sopportare quel tipo di atteggiamento. Interrompi l'allenamento e intervieni in maniera dura. Il giocatore risponde a tono, e il diverbio prosegue in maniera accesa fino a quando qualcuno interviene a calmare la situazione. L'allenamento riprende, ma gli strascichi sono evidenti da entrambe le parti. Inoltre, anche il resto del gruppo sembra aver accusato il colpo ed esegue le esercitazioni proposte in uno strano silenzio.

Al termine della seduta, le tue sensazioni possono risultare contrastanti tra loro. Da una parte ritieni di aver fatto bene ad intervenire, dall'altra ritieni che forse avresti potuto farlo in maniera diversa. Da un lato sei totalmente furioso con il giocatore con il quale ti sei scontrato verbalmente, mentre dall'altra sei dispiaciuto perché il nervosismo del giocatore poteva anche essere “giustificato” dallo scarso minutaggio.

Come affronta il litigio un vero leader

Stabilire se tu abbia ragione o torto rappresenta l'ultimo degli aspetti da considerare in queste situazioni. Il principale pensiero che deve risuonare nella tua testa è che quel giocatore fa parte della tua squadra e in quanto tale rappresenta una risorsa per il gruppo.

Indipendentemente dalle qualità calcistiche, il tuo obiettivo è quello di avere in squadra un giocatore sereno in grado di garantire prestazioni al massimo del suo livello.

Per cui, il primo passo da fare in queste situazioni è sicuramente quello di accettare l'accaduto, ossia prendere atto del fatto che la discussione ormai è avvenuta e non è possibile tornare indietro per cancellare gli eventi. Anzi, guarda tutto in ottica di miglioramento: ogni conflitto presenta al suo interno l'opportunità per imparare nuove abilità comunicative e di gestione.

Il secondo obiettivo che devi porti è quello di evitare altre discussioni nella stessa giornata: a fine allenamento potresti essere tentato di cercare un ulteriore confronto chiarificatore con il giocatore, ma a causa dell'adrenalina ci sarebbe il rischio di compromettere ancor di più la situazione. Se proprio senti l'esigenza di non lasciare tutto in sospeso fino al giorno successivo, limitati a prendere in disparte il giocatore e annunciargli che il giorno dopo desideri parlare con lui prima dell'inizio dell'allenamento.

La terza fase è assolutamente facoltativa e a tua discrezione. Visto che le nuove tecnologie lo permettono, sentiti libero di mandare un messaggio al giocatore, in serata, per dirgli come ti senti e che, nonostante tutto, sei dispiaciuto per l'accaduto. Molti allenatori vedono questo gesto come un segnale di debolezza, senza comprendere che, con la giusta comunicazione, un messaggio del genere permetterebbe al giocatore di scaricare la sua tensione e alleggerire le aspettative sulla discussione che avrete il giorno successivo.

Il passaggio successivo è gestire la discussione vera e propria che avrai con quel giocatore. Ovviamente dovrai presentarti preparato e munito degli argomenti necessari per reggere il confronto.

Ecco di seguito alcuni spunti di comunicazione e gestione dei conflitti che potrai utilizzare nella conversazione.

  • Accoglienza: Accogli il giocatore nel tuo spogliatoio con un linguaggio del corpo rilassato. Siete lì per parlare, non per proseguire il litigio. Fai accomodare il tuo interlocutore e siediti a tua volta.

  • Apertura: “Sono dispiaciuto per la discussione che abbiamo avuto ieri, non è stato un bel momento. Adesso però sono contento di avere la possibilità di parlarne qui con te.”

  • Ascolto attivo: Non avere fretta di esprimere i tuoi pensieri, ma piuttosto lascia parlare il giocatore fino a quando ha qualcosa da dire, e anziché incalzarlo con le tue parole, piuttosto lascia dei silenzi abbastanza prolungati che spingeranno il giocatore a raccontare ulteriori dettagli che ti permetteranno di avere un quadro molto più ampio della situazione.

  • Sii grato: Nel caso di apertura da parte del giocatore, ringrazialo: “Grazie per essere stato sincero con me, lo apprezzo molto.”

  • Centra il punto: Andare al cuore del problema: “Ho voluto questo confronto perché ti ritengo importante per la squadra e vorrei esporti le motivazioni che mi hanno portato a a scontrarmi con te. Ti interessa?”

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Fornisci motivazioni: Esponi le tue motivazioni. Fai intendere che quell'atteggiamento per il quale hai perso la pazienza non riesci a tollerarlo, né da lui e né da nessun altro. Assicurati di essere il più specifico possibile per evitare fraintendimenti in futuro.

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Dimostra fermezza: Prosegui in maniera decisa e assertiva per dimostrare la tua fermezza: “Sei sempre stato rispettoso nei miei confronti, mentre ieri non mi è piaciuto il tuo comportamento. Anche se può sembrare comprensibile, non è accettabile. Detto questo, sei un ragazzo intelligente, per cui sono sicuro che avrai capito l'errore e che non lo ripeterai in futuro.”

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Chiusura: Chiudi la discussione: “Prima che tu esca da qui vorrei sapere da te cosa posso fare concretamente per aiutarti a esprimere tutto il tuo potenziale”

Questo schema rappresenta una situazione generica che poi necessita di essere contestualizzata per ogni singolo episodio.

Detto questo, la struttura dell'intervento è assolutamente valida e puoi utilizzarla in ogni occasione che presenti .

Ricapitolando, questo schema ti permetterà, in ordine, di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Stemperare gli animi

  • Temporeggiare per riflettere

  • Attenuazione del conflitto

  • Affronto del problema

  • Comunicazione delle tue motivazioni

  • Ascolto attivo dei bisogni del giocatore

  • Comprensione del giocatore

  • Fermezza nei confronti del giocatore

  • Supporto al giocatore

Conclusioni

Tutti i passaggi che hai letto fanno parte dell'arte di gestire i conflitti, un argomento estremamente complesso e delicato da non poter essere affrontato nella sua completezza in uno spazio così ridotto.

Tuttavia, la lettura di questo articolo può fornirti delle conoscenze di base sull'approccio che bisogna adottare in questo tipo di situazioni.

Se l'argomento ti interessa, ti invito a scaricare l'eBook gratuito che trovi QUI, dove troverai ulteriori spunti di riflessione e una visione più ampia di questo aspetto cruciale riguardante la gestione di una squadra.

Saper gestire e superare le liti è un'abilità complessa che richiede innanzitutto grande intelligenza e, successivamente, come in tutti gli aspetti della vita, una pratica continua.

La pratica è ciò che alla lunga farà la differenza. Per cui, più situazioni di questo genere ti troverai ad affrontare, maggiore sarà la tua capacità di risolverle.

Forza Mister, ora tocca a te!

Nel panorama del calcio e dello sport in generale, il ruolo dell'allenatore va ben oltre la semplice preparazione tecnica e tattica della squadra, ma abbraccia compiti più ampi che riguardano anche la gestione delle dinamiche interpersonali dell'intero gruppo.

Uno degli aspetti cruciali di questa gestione riguarda le liti che possono verificarsi proprio tra l'allenatore e uno dei giocatori.

Sebbene la prevenzione del conflitto sia sempre l'obiettivo principale, è irrealistico pensare che, nell'arco di una stagione, non possano verificarsi disaccordi.

Nonostante esistano diverse strategie per evitare i conflitti, è essenziale che ogni allenatore sviluppi le competenze necessarie per risolverli efficacemente nel momento in cui questi si presentino.

In questo articolo esploreremo i comportamenti e le strategie che un allenatore dovrebbe adottare per affrontare e risolvere una lite con un giocatore.

Perché un conflitto è così pericoloso?

L'insorgere di un conflitto è una di quelle situazioni che necessitano un intervento immediato da parte dell'allenatore, ed eventualmente anche della società. Mentre quest'ultima può intervenire a livello disciplinare, è sicuramente quello dell'allenatore il compito più gravoso tra tutti.

Se pensi che un conflitto con un tuo giocatore rimanga circoscritto a voi due senza intaccare le altre componenti del gruppo ti sbagli di grosso.

Ecco di seguito quali possono essere le conseguenze di un conflitto non risolto in maniera tempestiva e adeguata:

1. Il conflitto compromette la coesione della squadra

I membri della squadra e dello staff potrebbero prendere una posizione, creando fazioni divise e tensioni all'interno del gruppo.

2. Il conflitto danneggia la reputazione dell'allenatore

Un Mister che non riesce a risolvere un conflitto, o che evita di affrontarlo, potrebbe perdere autorevolezza agli occhi dei giocatori e della società, che non vedranno in lui le qualità necessarie per essere un leader in grado di guidare la squadra verso i suoi obiettivi.

3. Il conflitto influisce sulle prestazioni generali

Il giocatore coinvolto nella discussione potrebbe perdere la serenità necessaria per garantire prestazioni all'altezza delle sue qualità. Allo stesso modo, anche l'allenatore potrebbe non avere la necessaria lucidità per prendere le giuste decisioni per il bene della squadra.

Sei ancora convinto che un semplice litigio con un tuo giocatore possa essere accantonato nella speranza che prima o poi si risolva da solo?

Quali sono le possibili cause di un litigio?

  • Disaccordi su aspetti tecnico-tattici

  • Malcontento sul minutaggio di gioco

  • Caratteri forti e differenze di personalità

  • Critiche e aspettative eccessive da parte dell'allenatore

Queste sono solo alcune delle motivazioni più comuni che potrebbero scatenare un diverbio tra te e un giocatore.

Esempio pratico: durante l'allenamento del martedì, alla prima sessione settimanale, noti un giocatore svogliato e privo di mordente. Il suo linguaggio del corpo è negativo e il suo ritmo di gioco è assolutamente insufficiente. Da persona intelligente, sei consapevole che il malcontento di quel giocatore è dovuto allo scarso minutaggio che ha avuto nelle ultime settimane, tuttavia non riesci a sopportare quel tipo di atteggiamento. Interrompi l'allenamento e intervieni in maniera dura. Il giocatore risponde a tono, e il diverbio prosegue in maniera accesa fino a quando qualcuno interviene a calmare la situazione. L'allenamento riprende, ma gli strascichi sono evidenti da entrambe le parti. Inoltre, anche il resto del gruppo sembra aver accusato il colpo ed esegue le esercitazioni proposte in uno strano silenzio.

Al termine della seduta, le tue sensazioni possono risultare contrastanti tra loro. Da una parte ritieni di aver fatto bene ad intervenire, dall'altra ritieni che forse avresti potuto farlo in maniera diversa. Da un lato sei totalmente furioso con il giocatore con il quale ti sei scontrato verbalmente, mentre dall'altra sei dispiaciuto perché il nervosismo del giocatore poteva anche essere “giustificato” dallo scarso minutaggio.

Come affronta il litigio un vero leader

Stabilire se tu abbia ragione o torto rappresenta l'ultimo degli aspetti da considerare in queste situazioni. Il principale pensiero che deve risuonare nella tua testa è che quel giocatore fa parte della tua squadra e in quanto tale rappresenta una risorsa per il gruppo.

Indipendentemente dalle qualità calcistiche, il tuo obiettivo è quello di avere in squadra un giocatore sereno in grado di garantire prestazioni al massimo del suo livello.

Per cui, il primo passo da fare in queste situazioni è sicuramente quello di accettare l'accaduto, ossia prendere atto del fatto che la discussione ormai è avvenuta e non è possibile tornare indietro per cancellare gli eventi. Anzi, guarda tutto in ottica di miglioramento: ogni conflitto presenta al suo interno l'opportunità per imparare nuove abilità comunicative e di gestione.

Il secondo obiettivo che devi porti è quello di evitare altre discussioni nella stessa giornata: a fine allenamento potresti essere tentato di cercare un ulteriore confronto chiarificatore con il giocatore, ma a causa dell'adrenalina ci sarebbe il rischio di compromettere ancor di più la situazione. Se proprio senti l'esigenza di non lasciare tutto in sospeso fino al giorno successivo, limitati a prendere in disparte il giocatore e annunciargli che il giorno dopo desideri parlare con lui prima dell'inizio dell'allenamento.

La terza fase è assolutamente facoltativa e a tua discrezione. Visto che le nuove tecnologie lo permettono, sentiti libero di mandare un messaggio al giocatore, in serata, per dirgli come ti senti e che, nonostante tutto, sei dispiaciuto per l'accaduto. Molti allenatori vedono questo gesto come un segnale di debolezza, senza comprendere che, con la giusta comunicazione, un messaggio del genere permetterebbe al giocatore di scaricare la sua tensione e alleggerire le aspettative sulla discussione che avrete il giorno successivo.

Il passaggio successivo è gestire la discussione vera e propria che avrai con quel giocatore. Ovviamente dovrai presentarti preparato e munito degli argomenti necessari per reggere il confronto.

Ecco di seguito alcuni spunti di comunicazione e gestione dei conflitti che potrai utilizzare nella conversazione.

  • Accoglienza: Accogli il giocatore nel tuo spogliatoio con un linguaggio del corpo rilassato. Siete lì per parlare, non per proseguire il litigio. Fai accomodare il tuo interlocutore e siediti a tua volta.

  • Apertura: “Sono dispiaciuto per la discussione che abbiamo avuto ieri, non è stato un bel momento. Adesso però sono contento di avere la possibilità di parlarne qui con te.”

  • Ascolto attivo: Non avere fretta di esprimere i tuoi pensieri, ma piuttosto lascia parlare il giocatore fino a quando ha qualcosa da dire, e anziché incalzarlo con le tue parole, piuttosto lascia dei silenzi abbastanza prolungati che spingeranno il giocatore a raccontare ulteriori dettagli che ti permetteranno di avere un quadro molto più ampio della situazione.

  • Sii grato: Nel caso di apertura da parte del giocatore, ringrazialo: “Grazie per essere stato sincero con me, lo apprezzo molto.”

  • Centra il punto: Andare al cuore del problema: “Ho voluto questo confronto perché ti ritengo importante per la squadra e vorrei esporti le motivazioni che mi hanno portato a a scontrarmi con te. Ti interessa?”

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Fornisci motivazioni: Esponi le tue motivazioni. Fai intendere che quell'atteggiamento per il quale hai perso la pazienza non riesci a tollerarlo, né da lui e né da nessun altro. Assicurati di essere il più specifico possibile per evitare fraintendimenti in futuro.

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Dimostra fermezza: Prosegui in maniera decisa e assertiva per dimostrare la tua fermezza: “Sei sempre stato rispettoso nei miei confronti, mentre ieri non mi è piaciuto il tuo comportamento. Anche se può sembrare comprensibile, non è accettabile. Detto questo, sei un ragazzo intelligente, per cui sono sicuro che avrai capito l'errore e che non lo ripeterai in futuro.”

  • Ascolto attivo: Rileggi sopra.

  • Chiusura: Chiudi la discussione: “Prima che tu esca da qui vorrei sapere da te cosa posso fare concretamente per aiutarti a esprimere tutto il tuo potenziale”

Questo schema rappresenta una situazione generica che poi necessita di essere contestualizzata per ogni singolo episodio.

Detto questo, la struttura dell'intervento è assolutamente valida e puoi utilizzarla in ogni occasione che presenti .

Ricapitolando, questo schema ti permetterà, in ordine, di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Stemperare gli animi

  • Temporeggiare per riflettere

  • Attenuazione del conflitto

  • Affronto del problema

  • Comunicazione delle tue motivazioni

  • Ascolto attivo dei bisogni del giocatore

  • Comprensione del giocatore

  • Fermezza nei confronti del giocatore

  • Supporto al giocatore

Conclusioni

Tutti i passaggi che hai letto fanno parte dell'arte di gestire i conflitti, un argomento estremamente complesso e delicato da non poter essere affrontato nella sua completezza in uno spazio così ridotto.

Tuttavia, la lettura di questo articolo può fornirti delle conoscenze di base sull'approccio che bisogna adottare in questo tipo di situazioni.

Se l'argomento ti interessa, ti invito a scaricare l'eBook gratuito che trovi QUI, dove troverai ulteriori spunti di riflessione e una visione più ampia di questo aspetto cruciale riguardante la gestione di una squadra.

Saper gestire e superare le liti è un'abilità complessa che richiede innanzitutto grande intelligenza e, successivamente, come in tutti gli aspetti della vita, una pratica continua.

La pratica è ciò che alla lunga farà la differenza. Per cui, più situazioni di questo genere ti troverai ad affrontare, maggiore sarà la tua capacità di risolverle.

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Il leader in panchina


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