Un allenatore che vuole eccellere nel calcio e nello sport in generale, non può limitarsi ad essere preparato solo dal punto di vista tecnico-tattico. Non basta nemmeno avere grandi competenze psicologiche e relazionali.
Il vero segreto per il successo è rappresentato da una mentalità orientata alla crescita continua.
Questo tipo di mentalità è ciò che separa i talenti potenziali dagli sportivi che, invece, riescono a raggiungere il successo e renderlo duraturo nel tempo.
Quanti giocatori conosci che avevano tutti i requisiti per raggiungere il professionismo ma che invece non sono mai riusciti ad emergere dai contesti dilettantistici? Oppure quanti allenatori hai visto per anni in categorie importanti per poi spegnersi lentamente nell'anonimato?
La differenza è lì: nella mentalità.
In questo articolo ci immergeremo nel mondo della mentalità orientata alla crescita e scoprirai come coltivarla in te stesso e a fare in modo che diventi il motore per il successo dei tuoi giocatori, e di conseguenza della tua squadra.
Iniziamo!
Quando parliamo di mentalità, ci riferiamo a quell'insieme di schemi mentali che hanno un impatto sul nostro modo di pensare, sulle nostre decisioni e sui nostri comportamenti.
Nella vita di tutti i giorni, ognuno di noi si trova a dover fare delle scelte, e ognuna di esse rappresenta un piccolo mattoncino che costituisce il nostro presente.
Decidere di fare la spesa di mattina o al pomeriggio, per quanto banale, è una scelta che a catena avrà delle ripercussioni sul resto della nostra giornata. E per quanto possa sembrarti assurdo, anche una decisione del genere viene presa in base alla mentalità del singolo individuo che la deve prendere.
E sai chi sono le persone in grado di prendere le decisioni migliori? Quelle che hanno sempre fatto tesoro degli errori e delle esperienze passate, e hanno trasformato ogni insuccesso in un'opportunità di apprendimento.
Proprio per questo, è facile intuire quanto sia importante avere degli schemi mentali ottimali nel mondo dello sport: allenatori e giocatori sono costantemente costretti a prendere decisioni, spesso in tempi ristretti e sotto pressione.
La mentalità orientata alla crescita è basata sulla convinzione che ogni abilità possa essere migliorata e ottimizzata attraverso grande impegno, forte dedizione, e soprattutto un apprendimento continuo.
Chi possiede questa mentalità riesce ad accogliere anche le esperienze negative in maniera serena, con la consapevolezza che anche le delusioni e le sconfitte fanno parte di un percorso più ampio in cui dietro ogni evento, positivo o negativo, si nasconde sempre un'importante lezione da imparare.
Agli antipodi, troviamo la cosiddetta "mentalità fissa”, secondo la quale ogni persona possiede delle capacità innate che rimangono immutabili nel tempo, indipendentemente dagli sforzi dell'individuo. Chi sposa questo tipo di mentalità, al contrario degli sportivi a mentalità orientata alla crescita, viene fortemente destabilizzato dalle sconfitte, dietro alle quali non riesce a trovare nessun lato positivo. Si tratta dell'approccio più comune per chi si tuffa alla ricerca di scusanti o alibi al posto di trovare soluzioni o alternative.
A coniare questa terminologia è stata la psicologa americana Carol Dweck, promotrice di numerosi studi che hanno dimostrato come studenti con una mentalità di crescita ottengano risultati decisamente migliori rispetto a quelli con una mentalità fissa.
Osservando le due definizioni, risulta abbastanza semplice individuare quale sia l'approccio migliore per gli allenatori che intendono elevare le proprie capacità di guidare una squadra.
Il mestiere dell'allenatore consiste nel prendere decisioni.
Alcune volte avrai tempo di pensare, riflettere, rivalutare, modificare (durante la settimana), mentre altre volte dovrai decidere in poco tempo e sotto pressione (durante le gare).
In entrambi i casi, il tipo di mentalità che influenza il tuo modo di pensare potrebbe fare la differenza. Facciamo un esempio pratico:
Con la tua squadra in svantaggio per 0-1 e solo 15 minuti rimasti da giocare, ti volti verso la panchina con l'intenzione di cambiare qualcosa. Mandi due attaccanti a riscaldarsi, ma sei consapevole che è rimasta una sola sostituzione disponibile. Il primo giocatore, autore di due gol nelle ultime due gare, appare svogliato, forse deluso per non essere partito titolare. Il secondo, una riserva consapevole del suo ruolo, offre costantemente prestazioni affidabili quando entra a partita in corso. Decidi di puntare sul giocatore con l'atteggiamento negativo, sperando che la sua recente vena realizzativa possa aiutare la squadra a ribaltare la partita. Purtroppo, il suo ingresso in campo si rivela un errore: il giocatore è impalpabile sul terreno di gioco, e in più il suo nervosismo rischia di compromettere ulteriormente la partita.
Al termine della gara, la lettura della situazione è molto semplice: in un momento cruciale, la tua scelta si è rivelata sbagliata.
Davanti a questo scenario, le reazioni di allenatori con mentalità differenti potrebbero essere le seguenti:
L'allenatore punirà il giocatore, ritenendolo l'unico responsabile dello scarso impatto sulla partita in questione. Probabilmente arriverà allo scontro con lui ed eviterà di farlo subentrare nuovamente a partita in corso.
L'allenatore è consapevole che qualcosa è andato storto. Invece di colpevolizzare qualcuno o cercare alibi, il suo unico obiettivo è quello di scoprire quali aspetti migliorare per fare in modo che una situazione del genere non si verifichi mai più. L'allenatore con mentalità orientata alla crescita preferisce farsi domande piuttosto che dare giudizi; il suo pensiero è focalizzato sulla risoluzione dei problemi, per cui il processo che avviene nella sua mente segue un iter ben collaudato che prevede la messa sul tavolo di tutte le informazioni, l'analisi delle stesse, e le possibili migliorie applicabili. Nello specifico, riguardo all'esempio citato, egli potrebbe prendere in considerazione le seguenti modifiche al suo operato:
Comunicare la sua scelta al giocatore in questione nell'ultimo allenamento settimanale, motivandola in maniera chiara. Anche se non ha ancora la certezza di far partire il giocatore dalla panchina, l'allenatore può comunque affrontare questa discussione: parlerà apertamente dei suoi dubbi e rinforzerà la fiducia nell'atleta, ricordandogli che in ogni caso lo ritiene una risorsa importante per la successiva partita, anche se dovesse subentrare a gara in corso.
Parlare con il giocatore poco prima della partita (sconsigliato): se l'allenatore ha deciso solo all'ultimo momento di lasciare il giocatore in panchina, l'unico spazio disponibile per una conversazione privata è prima di annunciare la formazione all'intera squadra. Tuttavia, questa scelta potrebbe rivelarsi controproducente, peggiorando la situazione anziché risolverla. Per questo, è fondamentale che l'allenatore prepari un discorso impeccabile in ogni dettaglio, utilizzando gli strumenti comunicativi necessari per trasformare la rabbia del giocatore in una reazione positiva.
Impostare una breve riunione generale in settimana dove comunicherà la sua intenzione di decidere la formazione solo il giorno della partita, spiegandone i motivi. Inoltre, sarà molto chiaro nel sottolineare l'importanza sia di chi gioca che di chi subentra.
Durante la partita, prima di mandare un giocatore a riscaldarsi, gli chiederà se si sente pronto per dare il massimo per la squadra. In queste situazioni l'allenatore dovrà essere molto abile nel leggere e interpretare il linguaggio del corpo dell'atleta, al di là della sua risposta verbale. Il Mister dovrà essere in grado di riconoscere la differenza tra un giocatore "arrabbiato" per l'esclusione ma che non vede l'ora di scendere in campo per dare il suo contributo, e un giocatore che invece è totalmente fuori controllo, oppure demotivato.
Questi sono solo alcuni esempi di soluzioni che un allenatore potrebbe introdurre all'interno del suo modus operandi. Ogni allenatore conosce la squadra e i suoi singoli meglio di chiunque altro, e adottare l'approccio più funzionale è un'abilità complessa che può variare a seconda dei diversi contesti.
Detto questo, il semplice fatto di stimolare un un ragionamento che porterà inevitabilmente a un miglioramento, è sintomo di grande intelligenza e di adattabilità: qualisasi miglioria venga apportata sarà frutto di un ragonamento mirato al solo scopo di essere un allenatore migliore e di costruire una squadra più performante.
Spesso si tende a pensare che la mentalità sia un dono innato.
Naturalmente, la cultura e il vissuto personale influenzano profondamente gli schemi mentali che modellano il pensiero umano.
Tuttavia, così come la maggior parte della abilità, anche la mentalità è un aspetto assolutamente allenabile.
Si tratta solo di abitudine.
Se sei un allenatore che si accontenta della mediocrità e pensa di non poter fare nulla sul suo modo di pensare, sei libero di farlo. Ma se invece il tuo obiettivo è quello di crescere e diventare quotidianamente un allenatore migliore, non puoi permetterti di trascurare lo sviluppo della tua mentalità.
Il primo passo da compiere è quello di eliminare qualsiasi tipo di alibi o scusante, anche nelle situazioni più critiche. Pur non avendo la completa responsabilità degli eventi, focalizzati soprattutto sugli aspetti che sono nella tua sfera di controllo.
Abituati ad affrontare ogni avvenimento con la mentalità orientata alla crescita: anche nelle situazioni più difficili, trova il modo di trarre una lezione significativa che ti possa essere utile in futuro.
Trovarsi impreparati di fronte a uno scenario già affrontato e non sapere come agire è indice di grande debolezza. Al contrario, affrontare con la giusta personalità e gli strumenti adeguati uno scenario che ti ha già visto protagonista aumenterà in modo esponenziale le tue possibilità di successo. Inoltre, essere pronto alla sfida sarà un carburante essenziale per alimentare la tua autostima.
Vediamo alcuni esempi di scenari realistici che si possono presentare in una stagione:
Mentalità fissa: è colpa dell'arbitro o del giocatore. Perderemo per colpa loro.
Mentalità di crescita: come sistemo la mia squadra? Che modifiche posso fare? L'ultima volta come mi sono comportato nella stessa situazione?
Mentalità fissa: speriamo di non prendere gol come è successo l'ultima volta.
Mentalità di crescita: è meglio rinforzare la difesa? O forse è meglio inserire un altro attaccante per approfittare degli spazi e chiudere la partita? L'ultima volta che tipo di difficoltà avevamo incontrato nella stessa situazione?
Mentalità fissa: gli avversari sono più forti e Tizio e Caio hanno giocato malissimo facendoci perdere la partita.
Mentalità di crescita: Abbiamo sofferto i loro esterni d'attacco, devo pianificare degli allenamenti specifici a riguardo; abbiamo tirato poco in porta, in settimana dobbiamo lavorare sulla fase offensiva e trovare soluzioni più efficaci per mettere in difficoltà gli avversari; anche l'approccio alla gara non è stato dei migliori, forse in settimana abbiamo sottolineato troppo l'importanza della partita e lo abbiamo fatto nella maniera sbagliata: devo trovare un altro modo per permettere alla squadra di arrivare più serena e motivata alla partita.
Come hai potuto vedere, si tratta di scenari assolutamente comuni, che si verificano a tutte le latitudini e in tutte le categorie.
La vera differenza consiste negli schemi mentali che si attivano automaticamente come risposta a questi scenari.
Imponiti l'obiettivo di ragionare con la mentalità orientata alla crescita in ogni piccola situazione. Anzi, è proprio dalle situazioni meno significative che devi partire per gettare le basi per migliorare il tuo modo di pensare. In questo modo il tuo percorso sarà più graduale e di conseguenza più agevole.
In conclusione, adottare una mentalità orientata alla crescita ti permetterà di essere più sicuro di te stesso e delle tue qualità.
Ogni sfida, anche la più complicata, si trasformerà in una vittoria, perché anche nelle sconfitte tu sarai in grado di trovare spunti utili per migliorarti come allenatore e come persona.
A proposito di quest'ultimo aspetto, è importante sottolineare come questo tipo di mentalità sia applicabile in tutti gli ambiti della vita. Immagina di utilizzare questa tecnica nelle situazioni di tutti i giorni: padroneggiare questa abilità ti consentirà di far fronte alle sfide quotidiane con la consapevolezza che anche se le cose possono andare male, c'è sempre qualcosa da apprendere per sviluppare una crescita personale.
Ricorda sempre il motto, che vale sia nello sport che nella vita:
"Io non perdo mai. O vinco, o imparo".
Un allenatore che vuole eccellere nel calcio e nello sport in generale, non può limitarsi ad essere preparato solo dal punto di vista tecnico-tattico. Non basta nemmeno avere grandi competenze psicologiche e relazionali.
Il vero segreto per il successo è rappresentato da una mentalità orientata alla crescita continua.
Questo tipo di mentalità è ciò che separa i talenti potenziali dagli sportivi che, invece, riescono a raggiungere il successo e renderlo duraturo nel tempo.
Quanti giocatori conosci che avevano tutti i requisiti per raggiungere il professionismo ma che invece non sono mai riusciti ad emergere dai contesti dilettantistici? Oppure quanti allenatori hai visto per anni in categorie importanti per poi spegnersi lentamente nell'anonimato?
La differenza è lì: nella mentalità.
In questo articolo ci immergeremo nel mondo della mentalità orientata alla crescita e scoprirai come coltivarla in te stesso e a fare in modo che diventi il motore per il successo dei tuoi giocatori, e di conseguenza della tua squadra.
Iniziamo!
Quando parliamo di mentalità, ci riferiamo a quell'insieme di schemi mentali che hanno un impatto sul nostro modo di pensare, sulle nostre decisioni e sui nostri comportamenti.
Nella vita di tutti i giorni, ognuno di noi si trova a dover fare delle scelte, e ognuna di esse rappresenta un piccolo mattoncino che costituisce il nostro presente.
Decidere di fare la spesa di mattina o al pomeriggio, per quanto banale, è una scelta che a catena avrà delle ripercussioni sul resto della nostra giornata. E per quanto possa sembrarti assurdo, anche una decisione del genere viene presa in base alla mentalità del singolo individuo che la deve prendere.
E sai chi sono le persone in grado di prendere le decisioni migliori? Quelle che hanno sempre fatto tesoro degli errori e delle esperienze passate, e hanno trasformato ogni insuccesso in un'opportunità di apprendimento.
Proprio per questo, è facile intuire quanto sia importante avere degli schemi mentali ottimali nel mondo dello sport: allenatori e giocatori sono costantemente costretti a prendere decisioni, spesso in tempi ristretti e sotto pressione.
La mentalità orientata alla crescita è basata sulla convinzione che ogni abilità possa essere migliorata e ottimizzata attraverso grande impegno, forte dedizione, e soprattutto un apprendimento continuo.
Chi possiede questa mentalità riesce ad accogliere anche le esperienze negative in maniera serena, con la consapevolezza che anche le delusioni e le sconfitte fanno parte di un percorso più ampio in cui dietro ogni evento, positivo o negativo, si nasconde sempre un'importante lezione da imparare.
Agli antipodi, troviamo la cosiddetta "mentalità fissa”, secondo la quale ogni persona possiede delle capacità innate che rimangono immutabili nel tempo, indipendentemente dagli sforzi dell'individuo. Chi sposa questo tipo di mentalità, al contrario degli sportivi a mentalità orientata alla crescita, viene fortemente destabilizzato dalle sconfitte, dietro alle quali non riesce a trovare nessun lato positivo. Si tratta dell'approccio più comune per chi si tuffa alla ricerca di scusanti o alibi al posto di trovare soluzioni o alternative.
A coniare questa terminologia è stata la psicologa americana Carol Dweck, promotrice di numerosi studi che hanno dimostrato come studenti con una mentalità di crescita ottengano risultati decisamente migliori rispetto a quelli con una mentalità fissa.
Osservando le due definizioni, risulta abbastanza semplice individuare quale sia l'approccio migliore per gli allenatori che intendono elevare le proprie capacità di guidare una squadra.
Il mestiere dell'allenatore consiste nel prendere decisioni.
Alcune volte avrai tempo di pensare, riflettere, rivalutare, modificare (durante la settimana), mentre altre volte dovrai decidere in poco tempo e sotto pressione (durante le gare).
In entrambi i casi, il tipo di mentalità che influenza il tuo modo di pensare potrebbe fare la differenza. Facciamo un esempio pratico:
Con la tua squadra in svantaggio per 0-1 e solo 15 minuti rimasti da giocare, ti volti verso la panchina con l'intenzione di cambiare qualcosa. Mandi due attaccanti a riscaldarsi, ma sei consapevole che è rimasta una sola sostituzione disponibile. Il primo giocatore, autore di due gol nelle ultime due gare, appare svogliato, forse deluso per non essere partito titolare. Il secondo, una riserva consapevole del suo ruolo, offre costantemente prestazioni affidabili quando entra a partita in corso. Decidi di puntare sul giocatore con l'atteggiamento negativo, sperando che la sua recente vena realizzativa possa aiutare la squadra a ribaltare la partita. Purtroppo, il suo ingresso in campo si rivela un errore: il giocatore è impalpabile sul terreno di gioco, e in più il suo nervosismo rischia di compromettere ulteriormente la partita.
Al termine della gara, la lettura della situazione è molto semplice: in un momento cruciale, la tua scelta si è rivelata sbagliata.
Davanti a questo scenario, le reazioni di allenatori con mentalità differenti potrebbero essere le seguenti:
L'allenatore punirà il giocatore, ritenendolo l'unico responsabile dello scarso impatto sulla partita in questione. Probabilmente arriverà allo scontro con lui ed eviterà di farlo subentrare nuovamente a partita in corso.
L'allenatore è consapevole che qualcosa è andato storto. Invece di colpevolizzare qualcuno o cercare alibi, il suo unico obiettivo è quello di scoprire quali aspetti migliorare per fare in modo che una situazione del genere non si verifichi mai più. L'allenatore con mentalità orientata alla crescita preferisce farsi domande piuttosto che dare giudizi; il suo pensiero è focalizzato sulla risoluzione dei problemi, per cui il processo che avviene nella sua mente segue un iter ben collaudato che prevede la messa sul tavolo di tutte le informazioni, l'analisi delle stesse, e le possibili migliorie applicabili. Nello specifico, riguardo all'esempio citato, egli potrebbe prendere in considerazione le seguenti modifiche al suo operato:
Comunicare la sua scelta al giocatore in questione nell'ultimo allenamento settimanale, motivandola in maniera chiara. Anche se non ha ancora la certezza di far partire il giocatore dalla panchina, l'allenatore può comunque affrontare questa discussione: parlerà apertamente dei suoi dubbi e rinforzerà la fiducia nell'atleta, ricordandogli che in ogni caso lo ritiene una risorsa importante per la successiva partita, anche se dovesse subentrare a gara in corso.
Parlare con il giocatore poco prima della partita (sconsigliato): se l'allenatore ha deciso solo all'ultimo momento di lasciare il giocatore in panchina, l'unico spazio disponibile per una conversazione privata è prima di annunciare la formazione all'intera squadra. Tuttavia, questa scelta potrebbe rivelarsi controproducente, peggiorando la situazione anziché risolverla. Per questo, è fondamentale che l'allenatore prepari un discorso impeccabile in ogni dettaglio, utilizzando gli strumenti comunicativi necessari per trasformare la rabbia del giocatore in una reazione positiva.
Impostare una breve riunione generale in settimana dove comunicherà la sua intenzione di decidere la formazione solo il giorno della partita, spiegandone i motivi. Inoltre, sarà molto chiaro nel sottolineare l'importanza sia di chi gioca che di chi subentra.
Durante la partita, prima di mandare un giocatore a riscaldarsi, gli chiederà se si sente pronto per dare il massimo per la squadra. In queste situazioni l'allenatore dovrà essere molto abile nel leggere e interpretare il linguaggio del corpo dell'atleta, al di là della sua risposta verbale. Il Mister dovrà essere in grado di riconoscere la differenza tra un giocatore "arrabbiato" per l'esclusione ma che non vede l'ora di scendere in campo per dare il suo contributo, e un giocatore che invece è totalmente fuori controllo, oppure demotivato.
Questi sono solo alcuni esempi di soluzioni che un allenatore potrebbe introdurre all'interno del suo modus operandi. Ogni allenatore conosce la squadra e i suoi singoli meglio di chiunque altro, e adottare l'approccio più funzionale è un'abilità complessa che può variare a seconda dei diversi contesti.
Detto questo, il semplice fatto di stimolare un un ragionamento che porterà inevitabilmente a un miglioramento, è sintomo di grande intelligenza e di adattabilità: qualisasi miglioria venga apportata sarà frutto di un ragonamento mirato al solo scopo di essere un allenatore migliore e di costruire una squadra più performante.
Spesso si tende a pensare che la mentalità sia un dono innato.
Naturalmente, la cultura e il vissuto personale influenzano profondamente gli schemi mentali che modellano il pensiero umano.
Tuttavia, così come la maggior parte della abilità, anche la mentalità è un aspetto assolutamente allenabile.
Si tratta solo di abitudine.
Se sei un allenatore che si accontenta della mediocrità e pensa di non poter fare nulla sul suo modo di pensare, sei libero di farlo. Ma se invece il tuo obiettivo è quello di crescere e diventare quotidianamente un allenatore migliore, non puoi permetterti di trascurare lo sviluppo della tua mentalità.
Il primo passo da compiere è quello di eliminare qualsiasi tipo di alibi o scusante, anche nelle situazioni più critiche. Pur non avendo la completa responsabilità degli eventi, focalizzati soprattutto sugli aspetti che sono nella tua sfera di controllo.
Abituati ad affrontare ogni avvenimento con la mentalità orientata alla crescita: anche nelle situazioni più difficili, trova il modo di trarre una lezione significativa che ti possa essere utile in futuro.
Trovarsi impreparati di fronte a uno scenario già affrontato e non sapere come agire è indice di grande debolezza. Al contrario, affrontare con la giusta personalità e gli strumenti adeguati uno scenario che ti ha già visto protagonista aumenterà in modo esponenziale le tue possibilità di successo. Inoltre, essere pronto alla sfida sarà un carburante essenziale per alimentare la tua autostima.
Vediamo alcuni esempi di scenari realistici che si possono presentare in una stagione:
Mentalità fissa: è colpa dell'arbitro o del giocatore. Perderemo per colpa loro.
Mentalità di crescita: come sistemo la mia squadra? Che modifiche posso fare? L'ultima volta come mi sono incontrato nella stessa situazione?
Mentalità fissa: speriamo di non prendere gol come è successo l'ultima volta.
Mentalità di crescita: è meglio rinforzare la difesa? O forse è meglio inserire un altro attaccante per approfittare degli spazi e chiudere la partita? L'ultima volta che tipo di difficoltà avevamo trovato nella stessa situazione?
Mentalità fissa: gli avversari sono più forti e Tizio e Caio hanno giocato malissimo facendoci perdere la partita.
Mentalità di crescita: Abbiamo sofferto i loro esterni d'attacco, devo pianificare degli allenamenti specifici a riguardo; abbiamo tirato poco in porta, in settimana dobbiamo lavorare sulla fase offensiva e trovare soluzioni più efficaci per mettere in difficoltà gli avversari; anche l'approccio alla gara non è stato dei migliori, forse in settimana abbiamo sottolineato troppo l'importanza della partita e lo abbiamo fatto nella maniera sbagliata: devo trovare un altro modo per permettere alla squadra di arrivare più serena e motivata alla partita.
Come hai potuto vedere, si tratta di scenari assolutamente comuni, che si verificano a tutte le latitudini e in tutte le categorie.
La vera differenza consiste negli schemi mentali che si attivano automaticamente come risposta a questi scenari.
Imponiti l'obiettivo di ragionare con la mentalità orientata alla crescita in ogni piccola situazione. Anzi, è proprio dalle situazioni meno significative che devi partire per gettare le basi per migliorare il tuo modo di pensare. In questo modo il tuo percorso sarà più graduale e di conseguenza più agevole.
In conclusione, adottare una mentalità orientata alla crescita ti permetterà di essere più sicuro di te stesso e delle tue qualità.
Ogni sfida, anche la più complicata, si trasformerà in una vittoria, perché anche nelle sconfitte tu sarai in grado di trovare spunti utili per migliorarti come allenatore e come persona.
A proposito di quest'ultimo aspetto, è importante sottolineare come questo tipo di mentalità sia applicabile in tutti gli ambiti della vita. Immagina di utilizzare questa tecnica nelle situazioni di tutti i giorni: padroneggiare questa abilità ti consentirà di far fronte alle sfide quotidiane con la consapevolezza che anche se le cose possono andare male, c'è sempre qualcosa da apprendere per sviluppare una crescita personale.
Ricorda sempre il motto, che vale sia nello sport che nella vita:
"Io non perdo mai. O vinco, o imparo".

Il leader in panchina

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