Tecniche di successo: Come si crea l'allenamento in base all'obiettivo

Hai terminato l'allenamento ma non sei soddisfatto del modo in cui è stato svolto e dei risultati che sono stati raggiunti?

Non preoccuparti, è uno scenario abbastanza comune. In qualità di allenatore avrai sicuramente sperimentato questo tipo di sensazione durante il tuo percorso.

Tuttavia, una delle qualità che distinguono i grandi allenatori da quelli mediocri è proprio la capacità di capire, analizzare e risolvere tutto ciò che ha contribuito a generare una sessione scadente.

La maggior parte degli allenatori si limita ad accusare i giocatori di scarso impegno, senza voler davvero approfondire le reali motivazioni che ci sono dietro.

Ti rivelo una cosa, Mister: quando l'allenamento non ha funzionato, nella maggior parte dei casi hai pianificato male la sessione.

Un'esecuzione insufficiente è la logica conseguenza di una pianificazione errata.

Per questo motivo ho scritto questo articolo: per esaminare ciò che serve davvero a garantire un allenamento di qualità alla tua squadra.

Sei pronto? Allora iniziamo.

L'errore più frequente: troppe informazioni

Molti allenatori mancano di coraggio nel programmare la loro settimana: temono che se non lavoreranno su tutti gli aspetti del gioco, la loro squadra non sarà pronta per la partita della domenica.

Questo modo di pensare porta a commettere degli errori in fase di pianificazione. Gli aspetti del gioco sono numerosi, e pensare di riuscire a racchiuderli in 5/6 allenamenti (o anche meno nelle categorie minori) significherebbe comprimerli a tal punto da non avere tempo sufficiente per la pratica, correndo il rischio di generare solo confusione nella mente dei giocatori.

Operando in questo modo, probabilmente al termine dell'ultimo allenamento prima della partita sarai sereno per aver lavorato su tutti gli aspetti prefissati a inizio settimana, ma dovresti chiederti: “Sono davvero sicuro di aver migliorato la mia squadra?”

Purtroppo, questa filosofia del timore impedisce agli allenatori di programmare con efficacia sia le settimane di allenamento che le singole sessioni.

Quando ti prefiggi di lavorare su troppi obiettivi in una sola sessione, il rischio è quello di sovraccaricare i giocatori di informazioni. In questo modo potrebbe capitare di svolgere un allenamento caratterizzato da grande concentrazione, ma da scarsa intensità.

Ricorda: fai meno, fai meglio.

Il punto di partenza: un solo e unico obiettivo

Nella pianificazione della sessione, il trucco non è partire dall'inizio, ma dalla fine.

La prima domanda che devi porti è: “Al termine della sessione, quale concetto di gioco vorrei che fosse migliorato?”

Una volta definito l'obiettivo che si desidera raggiungere, tutto il processo diventa più agevole. Puoi iniziare a lavorare a ritroso per collegare i vari pezzi del puzzle, creando una sessione che abbia un filo conduttore dall'inizio alla fine, partendo dal riscaldamento fino all'esercitazione conclusiva.

Naturalmente, chi opera nelle serie minori deve necessariamente accorpare almeno un altro obiettivo a quello principale. Il numero esiguo di allenamenti non permette di essere altamente specifici, ma con la giusta intelligenza si possono ottenere ottimi risultati anche in questi contesti.

In tal senso, è essenziale mantenere comunque un filo logico: se l'obiettivo principale è lavorare sulla fase difensiva, sarebbe più funzionale accorpare concetti correlati, evitando elementi totalmente scollegati, come ad esempio i movimenti offensivi degli esterni d'attacco.

L'abilità di scegliere l'obiettivo principale, e le relative esercitazioni per raggiungerlo, fanno parte del bagaglio di un allenatore che, come tutte le cose, migliora con l'esperienza sul campo.

Dalla teoria alla pratica: un esempio concreto

Una volta definito l'obiettivo principale dell'allenamento, potrai concentrarti sulla costruzione della struttura pratica.

Per offrire un esempio concreto, supponiamo che il tuo obiettivo sia quello di migliorare la tua squadra nel pressing offensivo nella metà campo avversaria.

Naturalmente, il punto di partenza è l'attivazione (15-20 minuti). Puoi alternare esercitazioni generiche di mobilità articolare per arti inferiori e superiori, a esercitazioni più specifiche che prevedono la composizione di due squadre che, inizialmente in maniera blanda, si fronteggiano secondo i principi codificati del pressing.

In questo modo, il riscaldamento non si limiterà solo dell'attivazione fisica, ma includerà una componente cognitiva e legata al gioco. Approfitterai della freschezza mentale e fisica dei giocatori per lavorare sui concetti che ti interessano.

Proseguendo, puoi inserire esercitazioni situazionali (25-30 minuti) in cui i tuoi giocatori offensivi hanno l'obiettivo di aggredire i portatori di palla avversari rappresentati dal gruppo dei tuoi giocatori difensivi. Puoi lavorare su concetti generici oppure schierare la “squadra B” secondo il sistema di gioco degli avversari della tua prossima partita. Puoi lavorare a campo ridotto o a dimensioni normali. Insomma, hai la libertà di decidere quale siano i mezzi più funzionali per raggiungere il tuo obiettivo finale.

Per concludere l'allenamento, puoi proporre una partita a tema (25-30 minuti) con enfasi sul recupero palla in zona avanzata. Potresti introdurre la regola secondo cui un gol vale doppio se effettuato dopo un recupero palla nella trequarti avversaria, oppure assegnare un punto se la palla viene recuperata entro 5 secondi da quando è stata messa in gioco dal portiere avversario.

Come vedi, anche se si tratta di semplici esempi, hai la possibilità di modellare le esercitazioni a tuo piacimento in base al tuo scopo.

È fantastico, vero?

Svelare la strategia: la presentazione dell'allenamento

Molti allenatori hanno compreso l'importanza di stabilire un obiettivo preciso e perseguirlo per tutta la sessione. Alcuni sono dei veri specialisti nell'arte di costruire allenamenti funzionali e dettagliati.

Tuttavia, solo i grandi allenatori hanno capito che oltre a queste due componenti ne esiste una altrettanto importante: l'abilità di presentare alla squadra la sessione che andrete a svolgere.

Se tutto quello che hai pianificato e preparato nei minimi dettagli è chiaro nella tua mente, non è detto che lo sia anche in quella dei giocatori.

Pertanto, prima di iniziare l'allenamento, raduna la tua squadra nello spogliatoio o in mezzo al campo e comunica in maniera chiara e concisa quali sono gli obiettivi da raggiungere e quali saranno i mezzi che utilizzerete per farlo.

I giocatori devono sapere esattamente cosa ci si aspetta da loro durante la sessione. Definisci chiaramente le chiavi del successo a cui gli atleti dovranno prestare attenzione durante tutte le esercitazioni. Inoltre, per evitare qualsiasi tipo ti fraintendimento, tieni in considerazione l'ipotesi di servirti di immagini o video da riprodurre su uno schermo nello spogliatoio.

Verifica dei concetti: Fai domande e ascolta le risposte della squadra

L'ultimo tassello per completare il puzzle di una sessione perfetta è quello di raccogliere un feedback dalla squadra.

Potresti aver assistito a un allenamento molto buono, ma non puoi essere sicuro di aver ottenuto un miglioramento nella tua squadra se non ascolti il parere dei giocatori.

Lavorare intensamente su un concetto è un ottimo punto di partenza, ma devi assicurarti che i veri protagonisti del gioco abbiamo capito e assimilato le tue direttive. Questo è il miglior modo per ottenere dei miglioramenti tangibili che durino nel tempo.

Ed è questo il tuo unico obiettivo.

Pertanto, al termine della seduta, puoi radunare la squadra nel suo insieme oppure puoi chiacchierare con qualche giocatore in particolare per chiedere e ottenere osservazioni sul lavoro svolto. Discutere delle difficoltà incontrate e dei punti di miglioramento delle esercitazioni proposte è un ottimo metodo per conseguire il tuo obiettivo.

Naturalmente, più sarai stato capace nel tempo di creare un ambiente aperto al dialogo e al confronto, e più vantaggi otterrai da questo tipo di conversazioni. I tuoi giocatori si sentiranno ascoltati e parte del processo decisionale, e saranno entusiasti di partecipare insieme al loro allenatore nella crescita della squadra.

Conclusioni

La pianificazione e l'esecuzione efficace di una sessione di allenamento richiedono una combinazione di abilità che vanno oltre la semplice conoscenza tecnica del gioco. Stabilire obiettivi chiari, creare una struttura logica e presentare l'allenamento in modo chiaro e coinvolgente sono tutti elementi essenziali per garantire il successo della squadra.

Ricorda, però, che il lavoro non finisce al termine dell'allenamento. La raccolta di feedback dai giocatori è fondamentale per comprendere se i concetti sono stati assimilati al meglio e per identificare eventuali aree di miglioramento. Ascoltare le opinioni della squadra e valutare l'efficacia delle sessioni consente di affinare continuamente il proprio approccio e di adattarsi alle esigenze specifiche del momento.

In definitiva, l'allenatore di successo è colui che riesce a combinare la pianificazione dettagliata con una comunicazione efficace e una costante apertura al miglioramento. Solo così sarà possibile creare un ambiente di allenamento produttivo e stimolante, in cui ogni giocatore possa crescere e perfezionare le proprie performance.

Non smettere mai di evolverti e di apprendere dalle esperienze: è questa la chiave per diventare un vero Special Mister!

Hai terminato l'allenamento ma non sei soddisfatto del modo in cui è stato svolto e dei risultati che sono stati raggiunti?

Non preoccuparti, è uno scenario abbastanza comune. In qualità di allenatore avrai sicuramente sperimentato questo tipo di sensazione durante il tuo percorso.

Tuttavia, una delle qualità che distinguono i grandi allenatori da quelli mediocri è proprio la capacità di capire, analizzare e risolvere tutto ciò che ha contribuito a generare una sessione scadente.

La maggior parte degli allenatori si limita ad accusare i giocatori di scarso impegno, senza voler davvero approfondire le reali motivazioni che ci sono dietro.

Ti rivelo una cosa, Mister: quando l'allenamento non ha funzionato, nella maggior parte dei casi hai pianificato male la sessione.

Un'esecuzione insufficiente è la logica conseguenza di una pianificazione errata.

Per questo motivo ho scritto questo articolo: per esaminare ciò che serve davvero a garantire un allenamento di qualità alla tua squadra.

Sei pronto? Allora iniziamo.

L'errore più frequente: troppe informazioni

Molti allenatori mancano di coraggio nel programmare la loro settimana: temono che se non lavoreranno su tutti gli aspetti del gioco, la loro squadra non sarà pronta per la partita della domenica.

Questo modo di pensare porta a commettere degli errori in fase di pianificazione. Gli aspetti del gioco sono numerosi, e pensare di riuscire a racchiuderli in 5/6 allenamenti (o anche meno nelle categorie minori) significherebbe comprimerli a tal punto da non avere tempo sufficiente per la pratica, correndo il rischio di generare solo confusione nella mente dei giocatori.

Operando in questo modo, probabilmente al termine dell'ultimo allenamento prima della partita sarai sereno per aver lavorato su tutti gli aspetti prefissati a inizio settimana, ma dovresti chiederti: “Sono davvero sicuro di aver migliorato la mia squadra?”

Purtroppo, questa filosofia del timore impedisce agli allenatori di programmare con efficacia sia le settimane di allenamento che le singole sessioni.

Quando ti prefiggi di lavorare su troppi obiettivi in una sola sessione, il rischio è quello di sovraccaricare i giocatori di informazioni. In questo modo potrebbe capitare di svolgere un allenamento caratterizzato da grande concentrazione, ma da scarsa intensità.

Ricorda: fai meno, fai meglio.

Il punto di partenza: un solo e unico obiettivo

Nella pianificazione della sessione, il trucco non è partire dall'inizio, ma dalla fine.

La prima domanda che devi porti è: “Al termine della sessione, quale concetto di gioco vorrei che fosse migliorato?”

Una volta definito l'obiettivo che si desidera raggiungere, tutto il processo diventa più agevole. Puoi iniziare a lavorare a ritroso per collegare i vari pezzi del puzzle, creando una sessione che abbia un filo conduttore dall'inizio alla fine, partendo dal riscaldamento fino all'esercitazione conclusiva.

Naturalmente, chi opera nelle serie minori deve necessariamente accorpare almeno un altro obiettivo a quello principale. Il numero esiguo di allenamenti non permette di essere altamente specifici, ma con la giusta intelligenza si possono ottenere ottimi risultati anche in questi contesti.

In tal senso, è essenziale mantenere comunque un filo logico: se l'obiettivo principale è lavorare sulla fase difensiva, sarebbe più funzionale accorpare concetti correlati, evitando elementi totalmente scollegati, come ad esempio i movimenti offensivi degli esterni d'attacco.

L'abilità di scegliere l'obiettivo principale, e le relative esercitazioni per raggiungerlo, fanno parte del bagaglio di un allenatore che, come tutte le cose, migliora con l'esperienza sul campo.

Dalla teoria alla pratica: un esempio concreto

Una volta definito l'obiettivo principale dell'allenamento, potrai concentrarti sulla costruzione della struttura pratica.

Per offrire un esempio concreto, supponiamo che il tuo obiettivo sia quello di migliorare la tua squadra nel pressing offensivo nella metà campo avversaria.

Naturalmente, il punto di partenza è l'attivazione (15-20 minuti). Puoi alternare esercitazioni generiche di mobilità articolare per arti inferiori e superiori, a esercitazioni più specifiche che prevedono la composizione di due squadre che, inizialmente in maniera blanda, si fronteggiano secondo i principi codificati del pressing.

In questo modo, il riscaldamento non si limiterà solo dell'attivazione fisica, ma includerà una componente cognitiva e legata al gioco. Approfitterai della freschezza mentale e fisica dei giocatori per lavorare sui concetti che ti interessano.

Proseguendo, puoi inserire esercitazioni situazionali (25-30 minuti) in cui i tuoi giocatori offensivi hanno l'obiettivo di aggredire i portatori di palla avversari rappresentati dal gruppo dei tuoi giocatori difensivi. Puoi lavorare su concetti generici oppure schierare la “squadra B” secondo il sistema di gioco degli avversari della tua prossima partita. Puoi lavorare a campo ridotto o a dimensioni normali. Insomma, hai la libertà di decidere quale siano i mezzi più funzionali per raggiungere il tuo obiettivo finale.

Per concludere l'allenamento, puoi proporre una partita a tema (25-30 minuti) con enfasi sul recupero palla in zona avanzata. Potresti introdurre la regola secondo cui un gol vale doppio se effettuato dopo un recupero palla nella trequarti avversaria, oppure assegnare un punto se la palla viene recuperata entro 5 secondi da quando è stata messa in gioco dal portiere avversario.

Come vedi, anche se si tratta di semplici esempi, hai la possibilità di modellare le esercitazioni a tuo piacimento in base al tuo scopo.

È fantastico, vero?

Svelare la strategia: la presentazione dell'allenamento

Molti allenatori hanno compreso l'importanza di stabilire un obiettivo preciso e perseguirlo per tutta la sessione. Alcuni sono dei veri specialisti nell'arte di costruire allenamenti funzionali e dettagliati.

Tuttavia, solo i grandi allenatori hanno capito che oltre a queste due componenti ne esiste una altrettanto importante: l'abilità di presentare alla squadra la sessione che andrete a svolgere.

Se tutto quello che hai pianificato e preparato nei minimi dettagli è chiaro nella tua mente, non è detto che lo sia anche in quella dei giocatori.

Pertanto, prima di iniziare l'allenamento, raduna la tua squadra nello spogliatoio o in mezzo al campo e comunica in maniera chiara e concisa quali sono gli obiettivi da raggiungere e quali saranno i mezzi che utilizzerete per farlo.

I giocatori devono sapere esattamente cosa ci si aspetta da loro durante la sessione. Definisci chiaramente le chiavi del successo a cui gli atleti dovranno prestare attenzione durante tutte le esercitazioni. Inoltre, per evitare qualsiasi tipo ti fraintendimento, tieni in considerazione l'ipotesi di servirti di immagini o video da riprodurre su uno schermo nello spogliatoio.

Verifica dei concetti: Fai domande e ascolta le risposte della squadra

L'ultimo tassello per completare il puzzle di una sessione perfetta è quello di raccogliere un feedback dalla squadra.

Potresti aver assistito a un allenamento molto buono, ma non puoi essere sicuro di aver ottenuto un miglioramento nella tua squadra se non ascolti il parere dei giocatori.

Lavorare intensamente su un concetto è un ottimo punto di partenza, ma devi assicurarti che i veri protagonisti del gioco abbiamo capito e assimilato le tue direttive. Questo è il miglior modo per ottenere dei miglioramenti tangibili che durino nel tempo.

Ed è questo il tuo unico obiettivo.

Pertanto, al termine della seduta, puoi radunare la squadra nel suo insieme oppure puoi chiacchierare con qualche giocatore in particolare per chiedere e ottenere osservazioni sul lavoro svolto. Discutere delle difficoltà incontrate e dei punti di miglioramento delle esercitazioni proposte è un ottimo metodo per conseguire il tuo obiettivo.

Naturalmente, più sarai stato capace nel tempo di creare un ambiente aperto al dialogo e al confronto, e più vantaggi otterrai da questo tipo di conversazioni. I tuoi giocatori si sentiranno ascoltati e parte del processo decisionale, e saranno entusiasti di partecipare insieme al loro allenatore nella crescita della squadra.

Conclusioni

La pianificazione e l'esecuzione efficace di una sessione di allenamento richiedono una combinazione di abilità che vanno oltre la semplice conoscenza tecnica del gioco. Stabilire obiettivi chiari, creare una struttura logica e presentare l'allenamento in modo chiaro e coinvolgente sono tutti elementi essenziali per garantire il successo della squadra.

Ricorda, però, che il lavoro non finisce al termine dell'allenamento. La raccolta di feedback dai giocatori è fondamentale per comprendere se i concetti sono stati assimilati al meglio e per identificare eventuali aree di miglioramento. Ascoltare le opinioni della squadra e valutare l'efficacia delle sessioni consente di affinare continuamente il proprio approccio e di adattarsi alle esigenze specifiche del momento.

In definitiva, l'allenatore di successo è colui che riesce a combinare la pianificazione dettagliata con una comunicazione efficace e una costante apertura al miglioramento. Solo così sarà possibile creare un ambiente di allenamento produttivo e stimolante, in cui ogni giocatore possa crescere e perfezionare le proprie performance.

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Il leader in panchina


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